sabato 26 dicembre 2015

CANTARE E PORTARE LA CROCE

di Michele D'Elia

Se Caporetto e Vittorio Veneto sono le metafore e la poesia della nostra storia recente, la vittoria della Bainsizza ne è la prosa. Continua la nostra indagine su fatti universalmente noti, ma spesso riportati in maniera grossolana. artificiosa e conformistica. Niente elucubrazioni, solo essenziale cronaca in onore dei Soldato italiano. Né può essere diversamente. Per noi. Alziamo la coltre del silenzio interessato ed ingeneroso verso i nostri soldati.

-Prodromi. Sesta battaglia dell'Isonzo. 9 agosto 1916. Entriamo a Gorizia. Gli Imperiali si arroccano a nord della città e sbarrano la strada per Trieste e Lubiana. Cadorna, pressato dagli Alleati. sotto scacco. concepisce un attacco risolutivo per alleggerire il fronte occidentale. Egli intende conquistare l'altopiano della Bainsizza. nelle Alpi Giulie. territorio slavo, e contemporeanamente attaccare sul Carso.

Altopiano della Bainsizza - Coordinate geografiche. La Bainsizza si estende per 200 km. E’ limitata ad ovest dall'Isonzo, ad est dall'Idria e a sud-est dal vallone di Chiapovano, che lo separa dalla selva a di Tarnova. L'altezza media è di 500-600 metri, ad est si eleva a un picco di 1000 metri.

L’attacco, secondo il piano del Comando Supremo, elaborato dal generale Luigi Capello, comandante la II Armata, prevede:
1 – la III Armata, Duca d'Aosta, avrebbe continuato l'attacco sul Carso per prendere l'Altopiano del Comen;
2 - la Il Armata, avrebbe avuto per obbiettivi la Selva di Ternova e 1’Altopiano della Bainsizza. Circa la testa di ponte austriaca di Tolmino, a nord, obiettivo ultimo e più importante, il Comando Supremo lascia al generale Capello "la facoltà di definire l'estensione dell'azione verso sinistra". " Questa libertà d'azione si rivelerà un errore. Tuttavia, il comando ed il controllo delle operazioni risulteranno ben armonizzati.

Le forze nemiche in campo. Contrasta il nostro schieramento la V Armata austro-ungarica [Isonzoarmee - ISA] più le riserve, generale Svetozar Boroevic von Bojna, il più brillante e acuto dei capi militari imperiali.

Il XXIV Corpo d'Armata, perno della manovra sulla Bainsizza Caviglia prepara il piano specifico per la presa della Bainsizza: 1) Passaggio dell'Isonzo; occupazione dell'orlo dell'altipiano fra Semmer e lo Jelenik; 2) Successivamente, prosecuzione dell'azione verso il margine del vallone di Chiapovano

(Caviglia, op. cit. pag. 55)

Il XXIV dispone delle divisioni- 47°, generale Fara; 60°, generale Novelli, 66° generale Squillace; e dei battaglioni alpini Monte Tonale e Pasubio. (pag. 50-51)

Da nord a sud sono così schierate: 47° da Ronzina al ponte di Canale e 60° da Canale ad Anhovo, segue la 66à. Per Caviglia da troppo tempo le offensive sull'Isonzo vengono lanciate "contro un tratto di fronte provato e riprovato... sicché non sarà possibile agire per sorpresa -. (Caviglia, pag. 23)

Fanti e Artiglieri. Si integrano sotto il profilo operativo e psicologico. Per la fanteria, mai reintegrata del tutto, dal Carso all'Isonzo, Caviglia fa quest'esempio: "... La [brigata n.d.r.] Bari nel 1915 restò per 75 giorni di seguito nel settore più pericoloso, in quel torno di tempo di tutta la fronte, quello del San Michele, ed in quei due mesi e mezzo perdette 6.500 uomini e 750 ufficiali. Discesa dal Carso, dopo la 3° battaglia dell'Isonzo. rognosa e pedicolosa, vi ritornò nelle stesse condizioni tre giorni dopo con gli effettivi ridotti a un terzo. Quando si vuol parlare della fanteria italiana, bisogna sapere queste cose". ( Caviglia, op. cit. pagg. 44-51-52)


Il piano generale, semplice e geniale prevede: gli attacchi ai Monti Kuk e Jelenik. quota 711; il gittamento di sei ponti e di alcune passerelle per il passaggio dell'Isonzo. (pagg. 57-58)

L’Isonzo: teatro delle operazioni: la valle dell Isonzo. nel tratto di fronte assegnato al XXIV Corpo e formata da fianchi montani boscosi d’altezza variabile, da 300 a 600 metri sul fiume, il quale scorre incassato tra le due rive. Queste. a monte di Alba, diventano rocciose e a picco sul letto del fium... (pag. 60) L’Isonzo, largo dai 20 ai 45 metri e profondo da 1 a 3 metri. con una velocità che varia da 2,50 metri a 3,50, si presenta come inguadabile. ma non per i nostri pontieri.
Scopi essenziali. Passare dalla riva destra alla riva sinistra dei fiume, prendere la Bainsizza e Tolmino. Queste operazioni presupponevano l’occupazione del vallone di Chiapovano. L’estensione dell'altopiano consentiva, per la prima volta una battaglia manovrata sulla fronte italo-austriaca. L'osservazione aerea ci consente di risparmiare vite umane e piazzare l’artiglieria in funzione dei bersagli riconosciuti ed inquadrati.

Il concetto d'insieme sta nell'uniformità operativa dei tre Corpi d'Armata, sino al gittamento dei ponti.

La difesa austriaca presenta sulla riva sinistra dell'Isonzo a% avamposti di osservatori ed era scientificamente ordinata su tre linee, dal basso  verso l’alto:

I. prima linea di difesa alle spalle degli ossenatori. con mitra liatrici e cannoni 9 a tiro rapido;

2. seconda linea di arresto, più in alto. 3. terza linea. dall'altura del Fratta, tra il Semmer e il Kuk ( Cucco in italiano) quota 711, sino allo Jelenik. (Caviglia pag. 62)