mercoledì 20 agosto 2014

FUMO NEGLI OCCHI

di Michele D 'Elia 

Scrive Gaetano Mosca: " ... in tutte le società a cominciare da quelle più mediocremente sviluppate... sino alle più colte e più forti, esistono due classi di persone: quella dei governanti e quella dei governati... ciò che costituisce la vera superiorità della classe politica, come base di ricerche scientifiche, è l'importanza preponderante che la sua varia costituzione ha nel determinare il tipo politico ed anche il grado di civiltà dei diversi popoli ".

In Italia questa risorsa non esiste più.

Nel 1910 Giovanni Amendola, criticando il giolittismo, scrisse: "L'Italia come oggi è, non ci piace". La Monarchia colse il messaggio. La Repubblica no.

L'apparenza inganna, diceva la mia maestra. Accade oggi al popolo italiano.

Il Presidente del Consiglio ed il suo Governo sono il portato di una situazione in cui gli italiani non sanno a che santo votarsi e credono a chiunque, con campagne ben orchestrate, si presenti come loro salvatore.

Un livello più alto e preoccupante ci fa considerare il fenomeno Renzi l'escatologia di un popolo, al quale la politica da decenni ha tolto i valori che ne erano il fondamento: primo fra tutti il senso dello Stato, per il quale ciascuno fa la sua parte, sicuro che mentre onestamente lavora per sé e la propria famiglia, lavora per tutti. E solo questo sentimento che convince l'impiegato pubblico o privato a ben operare e servire: la consapevolezza di essere parte integrante di quell'organismo complesso delicato, che è lo Stato; o, se volete, la società. Questa regredisce o progredisce con il singolo e viceversa, in continua osmosi. Ma il singolo cittadino è spesso abbandonato dalle Istituzioni e poco o nulla è considerato da questi politici, che non hanno né sentimento né cultura né capacità per governare. Da questi limiti deriva la corruzione che toglie a ciascuno di noi e soprattutto ai giovani, l'orizzonte. Basti guardare alla scuola con occhio appena competente, per rendersi conto dello scempio che ne hanno fatto e ne fanno certi ministri e certi dirigenti di ogni livello, per inseguire le mode culturali ed il facile successo. Nelle aule, per questa via, non entrano le regole, il pensiero critico o la cultura, con grave pregiudizio delle centinaia di migliaia di nostri docenti preparati; e, per me preside, i migliori dei mondo.

Vediamo alcune situazioni già descritte dalle cronache.

1) Le nomine. Moretti dalle Ferrovie alla Finmeccanica. Ma non aveva minacciato di andarsene all'estero? E Renzi non aveva rimbeccato lui ed altri dirigenti, invitandoli a lasciare l'Italia, qualora avessero trovato di meglio?

E' risuonata la grancassa sulla designazione di numerose donne ai vertici delle più importanti aziende pubbliche; ma, leggendone i nomi, si scopre che è una compagnia di giro. Vale a dire che si tratta di gentili signore da sempre nelle grandi aziende pubbliche e private. Le designate cambiano solo poltrona, come gli uomini. Renzi dal popolo lavoratore non ne ha tratta alcuna. La discriminazione continua. Dov'è la novità?

2) L'abolizione delle Province. Impostata dall'ineffabile governo Monti, ed oggi attuata, è un'operazione di facciata. Questa moltiplica uffici e poltrone, nomina i consiglieri delle città metropolitane tra i consiglieri comunali, alcuni dei quali diventeranno membri dei due consessi, senza la sanzione del voto popolare. Inoltre, il nuovo sistema distrugge almeno centocinquanta anni di storia nazionale.

Più saggio e meno costoso sarebbe stato abolire solo quelle province, come MB (Monza e Brianza) o BAT (Barletta-Andria-Trani) ed altre, che rimangono un insulto all'intelligenza di noi cittadini. Antonio Saitta, Presidente dell'Unione Province d'Italia, in un'intervista al Corriere della Sera il 27 marzo scorso, ha definito 'briciole' i decantati risparmi.

3) I caccia F 35. La stessa incertezza governativa notiamo nella marcia indietro sull'acquisto dei caccia F 35, elegantemente imposta da Obama.

4) Esodati. Scomparsi.

5) 80 euro. Inutili.

6) I Deputati e i Senatori. I Nominati. Guadagnano troppo e lavorano poco, posto che alcuni di loro abbiano mai lavorato. Renzi cominci a tagliare, prima che il numero, gli stipendi. 5000 euro netti il mese bastano e avanzano.

I competenti contraddittori scatenano l'ira dei renziani, come dimostra l'attacco del ministro Boschi ai Professori, che giudicano incostituzionale il Senato dei nominati. Costoro non avranno né dignità né peso sociale, così come i consiglieri metropolitani. Sulla struttura burocratica dello Stato è previsto "un colpo di maglio” che la disarticolerà, in quanto la funzionalità degli uffici dipende da chi ci lavora dentro e non dal loro numero. Si sanzionino i dipendenti infedeli, dovunque scoperti, nei ministeri o nel più piccolo ente pubblico. Le regole ci sono. Basta rispettarle e farle rispettare. Questo è, in prima battuta, compito dei capiufficio, dei capi servizio, dei dirigenti scolastici, dei provveditorati, delle direzioni regionali scolastiche, e via dicendo. Vale a dire di coloro che, sul territorio, sono responsabili anche di una microstruttura alla quale il cittadino si rivolge. Tutto ciò è attuabile rispettando i diritti costituzionali e sindacali dei lavoratori. Milioni di onesti dipendenti, specialmente pubblici, ne sarebbero gratificati.

7) Riforma elettorale. Premesso che siamo convinti proporzionalisti ed assertori delle preferenze, notiamo che i sistemi escogitati sull'onda delle cosiddette "mani putite": i maxipoteri a sindaci, ad ex presidenti di provincia, oggi sindaci metropolitani, condussero al Mattarellum ed al Porcellum ed ora all'Italicum, che sarebbe meglio denominare Spurius, in italiano bastardo. Infelice sorte della lingua latina.

Conclusione.

La Repubblica italiana da democrazia, pur zoppicante, è ormai regredita ad oligarchia, che scaccia il popolo dalla vita politica. Obiettivo della premiata ditta Renzi-Berlusconi è la Repubblica Presidenziale, il cui Presidente sarà, nella sostanza, uno dei tanti nominati.
Liberare l'Italia dai falsi idoli è la nostra battaglia.      


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