Mense gratuite durante la crisi del '29 |
Le crisi economiche e i loro riflessi sulle condizioni
sociali sono spesso all'origine dei cambiamenti politici più radicali. La Rivoluzione francese,
dopo cattive annate agricole, si consegna nelle mani violente dei giacobini e
della parte più accesa del popolo. Poco più di un secolo dopo trionfano in
Russia le maniere forti dei bolscevichi, che sfruttano il malcontento diffuso e
il rifiuto della guerra.
In Italia, finita la prima guerra mondiale, un ex
socialista, già favorevole all'intervento, approfitta delle agitazioni e della
cecità di socialisti e popolari per ottenere la guida del governo e avviare un
totalitarismo sempre più invadente e privo di fiuto politico, tanto da
estendere al nostro paese la discriminazione antiebraica e scendere
nell'azzardo della seconda guerra mondiale.
Un decennio appresso l'avvento del fascismo era stato uno
psicopatico fondatore nel 1920 del N.S.D.A.P, partito nazionalsocialista dei
lavoratori tedeschi, a ubriacare la gente alle prese con la crisi economica e a
condurre il paese a una catastrofe anche peggiore, senza l'avanzata degli
anglo-americani oltre il Reno e al cuore stesso della Germania.
Si era arrivati così al secondo conflitto mondiale, causato
dall'accordo Hitler-Stalin sull'invasione e la spartizione della Polonia.
seguita dall'inevitabile dichiarazione di guerra alla Germania da parte della
Francia e del Regno Unito.
Ma veniamo all'oggi, dove perdura la crisi economica più
grave dopo quella devastante del 1929. Escludiamo al momento che si ripetano
automaticamente nel nostro paese le svolte drammatiche che, nello spazio di
circa un secolo e mezzo, si sono verificate dapprima in Francia e in tempi più
ravvicinati in Russia e Germania.
Ciò sebbene l'affermazione improvvisa del cosiddetto
grillismo, con l'estremismo verbale del suo protagonista, possano ricordare il
fascismo e il nazismo, e nonostante la disistima diffusa del metodo
parlamentare conduca a giustificati timori sulla tenuta della democrazia.
Disistima che si accompagna alla crisi delle imprese, all'allargarsi della
disoccupazione, alla ricerca vana del lavoro da parte di troppi giovani e
all'impossibilità per un numero crescente di famiglie di soddisfare i bisogni
essenziali.
Ne deriva anche sul piano politico l'indebolimento dei due
poli di centro-sinistra e di centro-destra, questo più frammentato e confuso di
quello, l'assenteismo elettorale in aumento e il possibile rafforzarsi delle
tentazioni grilline.
Purtroppo, i fattori negativi non sono unicamente questi e
c'è anche una crisi etica che induce alla violenza, alla criminalità e
all'anarchia. In questo panorama piuttosto oscuro si inserisce il mito, non si sa quanto duraturo, di Matteo Renzi e cioè di un uomo che
vanta virtù taumaturgiche e al quale per ora i sondaggi attribuiscono ampia
credibilità. Basterebbe, tuttavia, un minimo di memoria storica per capire che
l'uomo che risolva tutti i problemi non è mai esistito e che la stessa idea,
più berlusconiana che altro, della repubblica presidenziale non è il toccasana
infallibile per i mali della repubblica parlamentare.
'Nuove Sintesi' crede ancora nella monarchia parlamentare
che, per quanto ridottasi storicamente di numero in Europa e nel mondo, regge
ovunque Stati civilissimi, dove l'unità degli animi si accompagna alla rappresentatività popolare.
In Italia l'idea di questo tipo di governo, che combina la
tradizione alla modernità, incontra un periodo assai lungo di scarsissima
conoscenza e di indifferenza e impopolarità. 'Nuove Sintesi' ha rotto il
silenzio con due convegni ispirati all'obiettività, anche alla critica, su
Vittorio Emanuele Il e Vittorio Emanuele III, ma non si fermerà qui, sempre all'insegna
dell'antiretorica e della ricerca costante e ostinata della verità.
Nessun commento:
Posta un commento