domenica 18 gennaio 2015

Cronaca di una sconfitta e di una vittoria - terza parte

25 pomeriggio. Il XXIV Corpo d'Armata si ritira.

L'artiglieria del XXIV Corpo. Deontologicamente, gli artiglieri svolsero il proprio ruolo coprendo la ritirata delle divisioni e facendo saltare i pezzi che non potevano trasferire, non avendo né i cavalli né le trattrici, imbottigliati sulle strade della ritirata. Gli artiglieri salvarono i pezzi dei reggimenti da campagna l0°, 46° e 50°. "Erano con le loro batterie in ritirata sulla linea delle fanterie, le quali aiutavano a trainare i pezzi a braccia". Così, dal l'Isonzo al Tagliamento e al Piave. La capacità tecnica della nostra artiglieria era ben nota al nemico, poiché le nostre batterie " ... spazzavano tali località [avvallamento di Chiapovano n.d.r.] da varie direzioni a raffiche improvvise. Le intercettazioni telefoniche ci facevano conoscere le maledizioni alla nostra artiglieria, il numero dei morti e dei feriti, le proteste degli ufficiali perché fosse data un'altra sistemazione alle loro truppe". [La dodicesima... pag. 931]

26-31 ottobre La ritirata oltre i il Tagliamento

26 Capello lascia il comando per malattia. Gli subentra il generale Luca Montuori. 

h. 6. Caviglia riceve l'ordine n. 6332 dal nuovo comandante, che decide di sbarrare la strada al nemico, rischierando le truppe da Montemaggiore a Gorizia. Anche il nemico commette degli errori: mentre la II Armata eseguiva l'ordine, il comando austro-tedesco, per rinforzare l'ala marciante della XIV Armata, trasferiva un numero consistente di unità sulla sua destra e per un giorno sospendeva le operazioni in Val Natisone e Valle Judrio. La decisione salvò l'ala destra della II e della III Armata. L'Alto Comando austro-tedesco attuava un progetto previsto burocraticamente all'inizio dell'offensiva, ma superato dal movimento della battaglia il nemico si doveva accontentare di tallonare i nostri.

Sera. La 10° divisione, generale Chionetti, scende dall'altopiano della Bainsizza, dopo averlo accanitamente difeso.

27 ottobre. Prime ore.

Bollettino austriaco: "Gli Italiani hanno difeso la Bainsizza a passo a passo".(9) Dietro il fiume Torre il generale Sagramoso continua a riordinare le truppe affluite dalla prima linea.

Il Piave: un'idea. Cadorna raggiunge Treviso e pensa di riorganizzare le nostre forze sul Piave. Un'idea antica considerata di estrema difesa dai tempi di Teodorico e Odoacre sino a Napoleone; e, più tardi, a Cosenz.

27 mattina. Il nemico entra a Cividale.

Sera/notte. Il nemico è fermato sul Torre. La sera del 27 le brigate Venezia, a Verhovlje; la Palermo, sul rovescio del Corada; infine la Livorno, anch'essa sul Corada. Sfilano davanti ai rispettivi comandanti, prima di lasciare le loro posizioni e dirigersi verso il Torre.

Riflettiamo. Difficile o impossibile, rintracciare in altri eserciti grandi unità che, in piena battaglia, conservano la lucidità e il dominio di sé per rendere spontaneamente gli onori ai propri comandanti. Questo significa che i soldati non erano e non si sentivano fuggiaschi. Chi scrive e parla di "rotta di Caporetto" non si è mai documentato? E' ora che lo faccia.

28 ottobre mattina. h. 13. A metà giornata il gen. Cadorna, per ragioni ancora oscure ed in contrasto con gli onori che più volte lo stesso nemico - non certo tenero - aveva reso ripetutamente ai nostri soldati, dirama il Bollettino di guerra 887- Zona di guerra 28 ottobre 1917, ore 13, che recita: "La mancata resistenza di reparti della Il Armata vilmente ritiratisi senza combattere ignominiosamente arresisi al nemico... " (10). Altro aveva già fatto il Comandante Supremo: il 26 ottobre aveva inviato ai generali Foch e Robertson una lettera con la quale li informava della rottura del fronte tra Plezzo e il Tagliamento: era una forza ben più esigua di quella originara per effettivi, equipaggiamento. armamento, trasporti, etc. La salute stessa degli uomini era malferma. Il nemico non stava tanto meglio. però marciava sulle ali della vittoria

Cadorna il 25 si era reso conto della impossibilità di fermare il nemico e tra il 26 e il 27 aveva predisposto uno schema di linea sul Piave. Il 29 il progetto era pronto. Il 30 era definito. Il disegno del Comandante supremo prevedeva l'impiego di alcune divisioni francesi e inglesi, che gli Alleati rifiutarono. "Fu buona ventura" scrive sarcastico Caviglia.

La dodicesima... pag. 2271. I concetti informatori dell'atteggiamento dei cosiddetti nostri alleati sono e saranno sempre due: il teatro di guerra sul fronte alpino è periferico; la guerra sulle Alpi è questione "privata" tra Austria e Italia.

2 novembre. Il generale Cadoma ordina alla 63' e alla 36' divisione, che si trovavano dietro il Tagliamento, di difendere ad oltranza il Monte San Simeone: se questo fosse caduto, il nemico avrebbe potuto aggirare tutta la linea, ma questo ordine condannava le due unità.

4 novembre h. 12. Nuovo ordine per la 36' e 63' divisione: raggiungere Clauzetto e Paludea,

pomeriggio. La valle Arzino è chiusa.

5 mattina. Il generale Carlo Rocca assume il comando dei resti delle due divisioni e le concentra a S. Francesco d'Arzino, marcia verso Clauzetto e Paludea, batte il nemico a Pielungo e avanza su Forno, dove si assesta il 5 sera.

6 mattina. Rocca investe di nuovo la divisione Jáger sul costone di Pradis.

6 novembre h. 16. Il Comandante della 36' è catturato a San Vincenzo.

6 sera. La fine della 63'. Intorno al Comando della 63' si raccolgono circa 800 soldati, compresi i resti della 36'. Il reparto più solido è il battaglione Val Ellero. Pur isolato dal resto dell'esercito ed accerchiato dal nemico nelle Alpi Carniche, questo nucleo di tenaci italiani, Comandante in testa, rifiuta di arrendersi alla sorte. Prosegue nella sua marcia. E' una combattuta catabasi: nei quatto giorni successivi, l'esigua schiera tentò tutte le strade per giungere a Longarone, ma tutte erano ormai chiuse. Imboscate e piccoli scontri ne assottigliavano sempre più il numero.

9 novembre. "... dopo un ultimo impari combattimento a Selís (alto Meduna), il generale Rocca raccolse intorno a sé tutti i rimasti, meno il battaglione Val Ellero, che stava combattendo. Erano una trentina uomini con cinque prigionieri austriaci. Chiamò gli ufficiali e disse loro.- Signori, ho fatto quanto era possibile per porre in salvo gli avanzi della mia divisione. Il tentativo è fallito. Sciolgo gli ufficiali dal dovere dell'obbedienza. Ognuno si regoli come crede. Io mi do alla montagna per cercare di raggiungere da solo le nostre linee. " [La dodicesima.... op.cit. pag. 234-351

Salutati i presenti, si diresse verso il Canal Grande con il colonnello Murari, il suo attendente e un'ordinanza. Quattro in tutto. Quel giorno saltavano gli ultimi ponti sul Piave. Il generale Krauss dichiarerà, più tardi, di essere stato costretto ad impegnare ben tre delle migliori divisioni della XIV armata contro le truppe delle Prealpi Carniche.

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