Vittorio Emanuele III - Il Re soldato. |
Un giaciglio
prezioso
Per quanto siano
numerosi gli episodi su la vita del nostro Re alla fronte, molti di essi e
forse i più belli e i più significativi, sono sfuggiti al pubblico, certo
senza dispiacere di Sua Maestà, che desidera si parli il meno possibile di
lui.
Questo che
segnaliamo lo abbiamo tolto da una lettera di un caporale che si trova
nel Trentino, lettera indirizzata alla moglie. «È stato a trovarci il Re e
alla sua vista l’entusiasmo ci ha invaso. Sai, ho parlato con lui per più
di mezz’ora con grande affabilità come parlassi col mio tenente. Egli mi
ha chiesto notizie su tutto e specie sui soldati, sulla loro vita e
come erano trattati. A sera, mentre stava per lasciarci, un terribile
uragano arrestò la sua partenza.
Il Re volle
fermarsi con noi e dormì nella nostra baracca e proprio nella mia cuccia.
Volevo preparargli un letto meno duro con delle coperte, ma Vittorio
Emanuele non volle». Sai cosa mi rispose? “Avete dormito voi per tanto
tempo, posso ben dormire io pure. Sono come voi un soldato d’Italia”. Così
per una notte dormii con Sua Maestà, il quale riposò come se da
tempo fosse abituato a dormire sulla paglia e dormì come dormiremmo noi,
senza nessuna differenza.
Vicino al mio
giaciglio ho messo una scritta: Qui riposò Vittorio Emanuele III la sera del
9-1-916, ospite mio illustre».
La Domenica del Corriere, 12-19 marzo 1916
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