domenica 11 giugno 2017

Luca Beltrami


di Amedeo Bellini

Avevamo dedicato un articolo all’opera del milanese Luca Beltrami per l’assistenza ai soldati reduci dal fronte accolti in un centro organizzato alla stazione centrale di Milano, con
qualche cenno al suo atteggiamento politico che univa ad un fervente patriottismo una fede monarchica incondizionata, caratterizzata anche da una fedeltà alla casa Savoia non troppo frequente nell’ambiente milanese; non a caso la società anonima che egli aveva fondato per offrire conforti materiali e morali ai soldati, di cui era unico socio e generoso finanziatore, si intitolava “Sempre Avanti Savoia”. Ben inserito nell’ambiente dei liberali moderati milanesi, profondamente convinto della bontà di un atteggiamento cautamente riformatore nel solco della tradizione, della lenta modificazione, senza strappi, nella fedeltà alle istituzioni, nemico quindi di ogni scelta rivoluzionaria o anche soltanto di progressismo radicale, tuttavia Beltrami non mancava di essere critico verso la sua stessa parte politica quando intravvedeva atteggiamenti affaristici, o anche semplicemente una disattenzione verso i valori della cultura.
Personalità schiva e riservata non sopportava la mondanità, l’esibizione affettata, la ricerca della notorietà, gli atteggiamenti superficiali. Nella sua straordinaria attività, un migliaio di pubblicazioni oltre alla progettazione di importanti edifici e di decine di restauri, hanno posto non secondario le collaborazioni al Guerin Meschino, il notissimo giornale satirico (di cui tracciò anche la storia in un volumetto ricco di osservazioni politiche, di costume, di aneddoti) con poemetti di satira politica riferita al presente, attraverso le avventure del prode cavaliere che dava titolo al giornale, in un immaginario e comico medioevo. In questa produzione si inserisce una poesiola, un inedito che offriamo ai lettori di “Nuove Sintesi”, che stigmatizza l’atteggiamento di certi personaggi aristocratici, fatui appartenenti al cosiddetto “bel mondo” capaci di recarsi al posto di ristoro della stazione purché fossero presenti compiacenti giornalisti che ne avessero poi dato notizia nelle cronache cittadine.


ALLA STAZIONE CENTRALE / ESTATE 1915
Venite, o genti grame
le gesta ad ammirar
del damo e della dama
e quel che sanno far
I fatti veritieri
son scritti sul giornale
col conto dei bicchieri
lavati mica mal
Passa il cronista e ascolta
- Marchesa, a me la pentola
- (anche il fregone a me)
- Jenny, dal fuoco hai tolta
- La già bollente cogoma ?
- Fanny, il Barone dov’è ?
Ascolta il popol gramo
con grande devozion
la dama insieme al damo
che stanno alla stazion
La dama in scossolino
netta le tazze inver:
il damo a lei vicino
l’aiuta nel mestier
Passa il cronista, e intorno
a lui s’aduna il nobile
stuolo della carità:
- Laveremo in un sol giorno
Trecentottanta ciotole con
acqua e con pietà.
Chi di conoscere brama
tutta la descrizione
del damo e della dama
legga le relazioni.
La relazione adorna
La trova sul giornal
ché quella del Cadorna
ci lustran gli stivai.
Passa il cronista, e tosto
lo ajuta il damo a stendere
l’elenco del buffet:
- Il cavaiier del Rosto
Donna Maria de’ Pifferi...
Mi raccomando neh ...
Come gli agoni all’amo
accorron al buffet
la dama col suo damo
se la gran cassa c’è:
la dama con la scopa
il damo al lavandin
la guerra dell’Europa
è uno sport assai carin.
Che zelo ardente e santo !
Nomi e cognomi titoli ...
Quanta pubblicità !
Se tanto mi da tanto
Morire per la patria
Che merito sarà ?
Chi poi saper volesse
il cancro roditor
di nobili e contesse
al posto di ristor
guardi la concorrenza
che semplici villan
al treno eh’è in partenza
senza cronisti fan.
S.A.S.
[Sempre Avanti Savoia]

Nessun commento:

Posta un commento