lunedì 26 aprile 2021

Pareto e gli inizi del fascismo

 


 Céligny, li 5 gennaio 1922 

Caro signor Aurelio E. Saffi, tosto dopo il corteo fascista a Roma e i conseguenti scioperi, scrissi per la « Ronda » una lunga cronaca… che oggi sarebbe proprio frutto fuori di stagione. Tornerà ad essere opportuna quando si rinnoveranno gli scioperi. Analoga sorte incoglierebbe alla cronaca che ora scrivessi sugli avvenimenti bancari. Occorre trovare altro. Sto maturando il disegno di scrivere lungamente sui presenti problemi detti di ricostruzione dell’Europa, considerati nell’intero quadro storico della guerra. Se il lavoro non è troppo lungo, potrà andare bene per la « Ronda »; altrimenti converrà farne un volume come Trasformazione della democrazia. 

Tra poco spero di potermi decidere. Abbia pazienza con tutti questi dubbi; essi sono la conseguenza dell’indole dei miei studi. Stia certo che tengo sempre presente la « Ronda ». Mi creda affezionatissimo Vilfredo Pareto (Vilfredo Pareto, Lettres et correspondances. Œuvres complètes: Tome XXX, Droz, Genève, 1989, pag. 748) Pareto (1848-1923), che più volte nel suo epistolario si lamenta del cattivo funzionamento della posta italiana, si riferisce verosimilmente al suo articolo su “Il fascismo”, pubblicato sul numero 1 del gennaio 1922 de La Ronda Letteraria mensile (pp. 39-52), rivista fondata nel 1919 e diretta dal poeta, scrittore e giornalista Vincenzo Cardarelli (1887-1959) e dal conte Aurelio Emilio Saffi (1890-1976), “docente nelle scuole governative”, figlio di Giovanni Emilio, secondogenito del patriota che, con Mazzini ed Armellini, fu membro del triumvirato della Repubblica Romana nel 1849: Aurelio Saffi (1819-1890). Il sociologo italiano aveva già èdito da poco tempo altri due libri: Fatti e teorie, Vallecchi, Firenze, 1920 e Trasformazione della democrazia, Corbaccio, Milano, 1921. In seguito pubblicherà vari testi raccolti qualche anno fa da Francesco Ingravalle in Le configurazioni del fascismo (1922-1923), Edizioni di Ar, Padova, 2012. 

Quando Pareto scrive, agli inizi del 1922, ha ancora in mente i fatti del biennio rosso del 1919-20 con l’occupazione delle fabbriche, nonché le turbolenze bancarie di quel periodo. Il suo pensiero politico in proposito diventa facile motivo per un’appropriazione da parte del fascismo, che ne fa un suo anticipatore e sostenitore, come avviene di fatto con Volt (ovvero Vincenzo Fani Ciotti), che lo definisce il Carlo Marx del fascismo (Volt, “Vilfredo Pareto e il fascismo”, «Gerarchia», 10, 26 ottobre 1922, pp. 597-600). Ma in realtà la posizione di Pareto è più cauta: «Il pericolo dell’uso della forza è di scivolare nell’abuso, ovvero di oltrepassare quei limiti entro i quali risulta essere utile» (Vilfredo Pareto, “Lettera a M. Pantaleoni”, 22 maggio 1921, in De Rosa G., a cura di, Lettere a Maffeo Pantaleoni, 1890-1923, Banca Nazionale del Lavoro, Roma, 1960, vol. III, p. 320). 

La prospettiva paretiana è più equilibrata ed immagina un recupero del proletariato attraverso una politica dirigistica, centralizzata, in grado di superare i conflitti e di favorire le tendenze più conciliative. In effetti alcuni scritti successivi di Pareto sviluppano la medesima linea: “Il fascismo giudicato da Vilfredo Pareto”, «Giornale d’Italia», 31 marzo 1922; “Pareto e il fascismo. Intervista di A. Ponzone”, «La Tribuna», 24 aprile 1923; “Parole di conforto”, «Il Secolo», 17 maggio 1923, ora in Busino G., a cura di, Scritti sociologici minori di Vilfredo Pareto, Utet, Torino, 1980, pp. 1180-1183; “Libertà”, «Gerarchia», luglio 1923, pp. 1059-1063, ora in Busino G., a cura di, Scritti sociologici minori di Vilfredo Pareto, Utet, Torino, 1980, pp. 1191-1197; “Pochi punti di un futuro ordinamento costituzionale”, «La vita italiana», settembre-ottobre 1923, pp. 165-169, ora in Busino G., a cura di, Scritti politici di Vilfredo Pareto, Utet, Torino, 1974, vol. II, pp. 796-800. Nondimeno, il 28 dicembre 1922 Benito Mussolini fa sapere che intende nominare Vilfredo Pareto suo rappresentante nella Commissione della Società delle Nazioni per la riduzione degli armamenti. Pareto accetta, ma, appena qualche mese dopo, la sua vita giunge al termine, il 21 agosto del 1923. Roberto Cipriani Gianpiero Goffi – segue a pag. 12 u Bearzot – segue a pag. 11 u Emerito dell’Università Roma Tre

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