sabato 23 dicembre 2017

Gorizia val bene una birra - II parte

4 agosto 1916. Tarda mattinata. Monfalcone. Manovra diversiva. Cadorna ordina al generale Tettoni. VII Corpo d'Armata. di disorientare il nemico attaccando il gruppo del generale Schenk. Bombardiamo il segmento di linea da "quota pelata" 121 a quota 85. ad est di Monfalcone. (op cit. L'Esercito II....,voi. IlI, Tomo 3°, Narrazione, Roma 1937. Anno XV, cap. La battaglia, pag. 51). I goriziani vivono così il nostro bombardamento: “ Il quattro agosto - scrive nel suo diario monsignor Castelli, vicario generale dell'arcidiocesi di Gorizia - il cielo era alquanto coperto e soffiava un leggero vento di montagna quando verso le undici cominciò il bombardamento. La cittadinanza presentì che avvenimenti nuovi e gravi si stavano maturando ”. (G. Del Bianco, op cit. pag. 286)
Ore 16. Contemporaneo attacco della 16“ Div. m. gen. Martinelli e della 14°, ten. gen. Chinotto 6), sulla stessa linea. D’impeto vengono presi i due settori.
Ore 19. Nostro ripiegamento per attacco con “bombe a gas”; infatti, a pag. 51 dell’opera citata leggiamo: “Aperte le brecce nei reticolati, la colonna della 16°Div., alle ore 16 del 4 agosto, mosse all’attacco. In breve la sua ala sinistra riuscì a conquistare due ordini di trincee sulla posizione della «quota pelata», ma, fatta segno a nutrito fuoco di mitragliatrici e contrattaccata con le bombe a gas, dovette, verso le 19, ripiegare. L’ala destra era stata fermata dal fuoco avversario fin dall’inizio dell’attacco. Le perdite, in relazione alla forza  impiegata, furono piuttosto ingenti; 438 uomini fuori combattimento”. Questo solo giorno, senza successo, costa alla 14a Div., c.te gen. Chinotto, 1.108 soldati e 31 ufficiali, (op cit. pag. 52)

5 agosto. “Nella giornata del 5 agosto l’azione dimostrativa del C. d’A. si effettua essenzialmente colfuoco delle artiglierie”, (cfr. L’Esercito It.... pag. 49) Solo condotta di fuoco: ore 14-16 e 20-22.
Sembra un orario d’ufficio. Le granate costano troppo. “Quella sera stessa del 5 agosto due ufficiali invitarono mons. Castelli al Comando in via Dogana. Fu una traversata tragicomica – scrive il vicario generale - Si procedeva con precauzione, ora si correva, ora si spariva dietro a qualche portone, ora si rimaneva attaccati come punti esclamativi ai muri delle case. Ai canti delle vie ci si fermava per esaminare la situazione e poi si passava, con alcuni salti, secondo il caso, da destra a sinistra e da sinistra a destra...
(G. Del Bianco, op cit., pag. 287; cfr Nota n.°4, pag 287).


6 agosto. Domenica. Ore 7. Nostro fuoco di demolizione in tre momenti, sino alle 16. Li preoccupiamo. Dalla Rei. Uff. austriaca. voi. V, pagg. 39 e 40: «La notte sul 6 agosto era trascorsa in complesso tranquilla, ma in estrema tensione. Nel mattino domenicale, il cielo estivo era chiaro e sereno. Ad un tratto: alle 6,15, su tutta la fronte da Tolmino fino alla costa l'artiglieria italiana e te bombarde sferrarono un fuoco di estrema violenza: dopo breve tempo, te alture di M. Sabotino fino alla plana di Lucinico e la città di Gorizia coi suoi sobborghi fra Solcano e S. Andrea furono avvolte dal fumo e dalla polvere. Dagli osservatori sulle colline ad est della conca di Gorizia non si scorse più, ben presto che un 'enorme nube di fumo dalla quale usciva il tuono del cannone e in cui balenavano i lampi prodotti dalle vampe dei proietti e delle bombarde e dal loro scoppio ai punti d'arrivo. Contemporaneamente, si elevarono nell'aria i miagolii delle traiettorie dei proietti di grosso calibro delle batterie italiane per lotta lontana: proietti che andavano a colpire molto al di là delia fronte di combattimento le sedi del Comandi, paralizzavano le comunicazioni, disturbavano il movimento sulle vie
d'accesso alla fronte e producevano scompiglio negli abitati e accampamenti densi di riserve e di centri di rifornimento». (Cfr. L'Esercito II.... Nota 1, pag- 60)

6 agosto. Fronte di Monfalcone. Cadorna ordina l'attacco alla città. Lo stesso giorno Enrico Toti Medaglia d'Oro al Valor Militare è colpito a quota 85 di Monfalcone, dove continuava Fazione dimostrativa dei giorni 4 e 5 del VII Corpo d" Armata. Il generale Capello. VI Corpo d'Armata. investe Gorizia, difesa come sappiamo dalla 58;l divisione, generale Zeidler, e dal generale Wurm, XVI Corpo. Contemporaneamente, il colonnello Pietro Badoglio conquista il Sabotino: “/ 'assalto durò esattamente quaranta minuti. La tempestività nella scelta del momento d’attacco, la celerità dell 'azione e la densa nuvola di fumo che mascherò gli attaccanti prevennero il tiro delle batterie nemiche sul Codice e sul Monte Santo. A quota 609 gli austriaci non erano riusciti a muoversi dai fortini”. Gli austriaci videro i nostri fanti "penetrare all'improvviso sbucati dalla terra come nelle fiabe... Dall'osservatorio di Monte Fortin Vittorio Emanuele segui col cannocchiale ogni fase. Ammirato delle fanterie esclamò: 2Sembrano legioni romane!" Secondo l’Ufficio Storico dell’Esercito, l’Es.  It. della Grande Guerra, voi. Ili, Tomo 3°, pag. 62, l'operazione durò dalle 16 alle 16.35. La caduta del Sabotino aprì la porta di Gorizia e della carriera di Badoglio, promosso maggior generale il 9 agosto “per merito di guerra", (cfr pagg. 101-120) La giornalista Alice Schalek, inviata di guerra sull'Isonzo da marzo a luglio 1916, nel capitolo “Gorizia”, pagg. 26-32 in Isonzofront, Ed Libreria Adamo, Gorizia aprile 1977. Prima edizione L. W. Seidel e Sohn, Vienna, agosto 1916, descrive la vita in città. “Nel pomeriggio, I militari in permesso siedono al caffè e leggono di preferenza i giornali umoristici. Gli ufficiali vengono giù dalle trincee per amore del «Simplicissimus» e del «Muskete». Questo Caffè è sempre frequentato, nonostante che «lui» («Lui» è semplicemente il nemico) lo tenga spesso sotto il fuoco di fucileria. Se il tempo è hello, i signori ufficiali siedono all'aperto davanti alla casa. Vi sono Quattro file di tavolini. Solo a volte, quando arrivano le fucilate, la prima fila viene sgombrata perché il luogo è visibile: Dirimpetto c 'è la via maggiormente presa di mira dal fuoco, lina tabella memorabile reca la scritta in tre lingue che avverte: «Chiusa. La strada è presa sotto fuoco.» Vicinissima c'è la cartoleria, dove due valorose ragazze, tenaci e impavide, mettono in vendita, da mesi, giornali, libri e fogli di carta da lettera per i guerrieri affamati di nutrimento spirituale...".
Regione del Sabotino. Fine giornata. La 45° Div. brilla e sorprende. La novità. Dalla Rei. Uff. austriaca. Voi. V, pag. 42: «I Dalmati (I btg. del 37° regg. Sch.) furono sorpresi e travolti dalle masse italiane. Ma l'avversario, a differenza delle precedenti battaglie, dopo penetrato nella prima linea, continuò subito l'avanzata sulla dorsale del Sabotino in direzione S. Valentino - S. Mauro... Gli avvenimenti predetti si erano così rapidamente svolti che le riserve de! difensore non avevano trovalo il tempo per uscire dalle caverne, i cui sbocchi verso l'avversario erano crollati, e ciò produsse la cattura di numerosi uomini». (L'Esercito It.... Voi. Ili, Tomo 3°, Narrazione, Nota 2, pag. 649).
Sempre il 6. Ore 18,30. La 24* Div., ten. gen. Gatti: brigata ‘Lambro’, col. brig. Grazioni e ‘Abruzzi’, m. gen. Aveta, prendono quota 165 a sud di Oslavia.
Ore 20 - 21. Un contrattacco cattura i nostri reparti avanzati.
Ore 21,30. Ci ritentano. Respinti. A questo punto da quota 188 ai ruderi di Oslavia abbiamo una linea continua. L’ 11* Div. m. gen. Sachero, opera sulla dorsale del Grafemberg, non riesce a far cadere quota 206 e 207, ma la brigata ‘Cuneo' e la brigata ‘Treviso’ alle 17,30 hanno pattuglie sulla sponda sinistra dell'Isonzo, che però sono ricacciate.
Ore 22. Riprendiamo i tratti di riva persi. La 12a, ten. gen. Marazzi, fronteggia il Podgora, quota 240, spinge verso l’Isonzo, deve attaccare il Podgora e Monte Calvario.
Ore 16. Parte 1M1 Reggimento della brigata ‘Casale’ contro il Calvario. Il 28°, brigata ‘Pavia', m. gen. Ravelli, investe e prende i tre ordini di trincee a sud della ferrovia che conduce a Gorizia. Contrattaccato registra forti perdite. 11 nemico spara dal sottopasso della ferrovia. Comunque, si può pensare di raggiungere i ponti sull’Isonzo.

Ore 1730. La Pavia prende le trincee e scende sul versante orientale, ma si arresta a mezza costa. (pag. 69)
Notte. L'U°prosegueravvicinamentoallaperìferìadi Podgora.
Ore 17. II gemello, 12°, si lancia contro le trincee di cresta, ma viene falciato dalle mitragliatrici incavernate.
Notte. Il 12° conduce inutilmente altri due assalti, è fermato ma non arretra.
Ore 22,20.11 gen. Capello invia ai Comandi dipendenti, il fonogramma di esortazione n.° 239: “Confido che domani le truppe continueranno con irresistibile impeto loro avanzata sino all 'Isonzo che dovrà essere raggiunto ad ogni costo. Mi compiaccio per i risultati oggi conseguiti e intendo salutare domani le mie truppe vittoriose al di là de! fiume. Segnare ricevuta.”
Gorizia è sempre più vicina.
Sintesi della giornata nel settore di Gorizia. Caduto il Sabotino. Preso, in parte, il settore sud della linea Podgora-Calvario.
In questo momento Io scardinamento del sistema difensivo goriziano è molto progredito, (pag. 71) Intanto, sul Carso, attacca la brigata ‘Catanzaro’. Cima 1 (ore 16,45) e 2 (ore 17,30) del San Michele, mentre la ‘Brescia investe Cima 3 e 4 e la ‘Ferrara’ il costone tra Cima 4 e Monte San Martino. Le Cime vengono perdute e riprese sia dalla ‘Catanzaro’ che dalla ‘Brescia’ Notte 6-7. Respingiamo tutti i contrattacchi. II 232° della 47*, finalmente arriva e si schiera da Pubrida a quota 99 ovest Monte Calvario. La Relazione Uff. austriaca Voi. V, pag 56 cosi evidenzia gli effetti del nostro fuoco: «Le 16 batterie leggere e 48 pesanti italiane davanti alla fronte del Carso distrussero nel volgere di poche ore tutto il penoso lavoro di mesi, a punto tale che in alcuni tratti a mala pena erano rimaste trincee di sistemazione difensiva... (L'Esercito It.... Voi. Ili, Tomo 3° Narrazione, Nota 1, pag 75).

7 agosto. Gorizia. Prosegue l'offensiva.
Alba. Contrattacco sul Sabotino. Badoglio e De Bono lo respingono; 700 prigionieri e 7 mitragliatrici catturate. Cosi sul costone di Oslavia. Sopraffatti i primi elementi della ‘Cuneo’ appena giunti sulla riva dell'Isonzo.
Ore 6. La 45* Div. organizza l’attacco della colonna del gen. Cartella, c.te la brigata ‘Pescara', 11/144° e 11/149°.
Ore 15,30. La colonna si spinge a quota 138: confluenza torrente Peumica - Isonzo.
Ore 20. Obiettivo raggiunto. Cinque ore parlano da sole. Bottino e prigionieri.
Ore 10. Il gen. Farisoglio, 43* Div., lascia a quota 188 la brigata Lambro’ 205° e 206°, perché riceva un pur breve ristoro, avendo perso 32 ufficiali e 1.200 fanti in due giorni. Prosegue per l’Isonzo solo la ‘Etna’, 223° e 224°.
Ore 18,30. Parte l'attacco a quota 165 e 138.
Ore 20. La brigata ‘Etna’ prende d'impeto quota 138 e si congiunge con la colonna del gen. Cartella.


Ore 19. La brigata ‘Abruzzi’ prende quota 165.
Pomeriggio. Nel settore del Podgora il noto 12° fanteria, brigata ‘Casale’, prende Casa Diruta e la mantiene.
Notte. Colpo di mano, l’ll° prende anche la Cappelletta. Al nemico resta solo la vetta del Podgora, quota 240.
Italiani sempre in salita, ma sempre più vicini alle vette.
Cfr. la foto n.°44 presente nel volume Prima di Caporetto di Gianni Baj Macario, Anton von Pitreich, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2007.
Il 28° non riesce a prendere il sottopasso della ferrovia, mentre alle 14 il 27° è vicino alla rotabile, (pag. 86) Boroevic capisce che il terreno sta franando sotto i piedi della Isonzoarmee. Il pomeriggio del 7 ordina “di mantenere con ogni energia la testa di ponte... se si doveva ripiegare, si doveva mantenere la riva sinistra dell 'Isonzo, in tal caso i ponti dovevano essere distrutti salvo quello di Solcano". Dalla Rei. Uff. a. u., Voi. V, Nota I, pag. 51.(op cit. L'Esercito It.... Voi. III. Tomo 3° Narrazione, pag. 90) Sostiene lo sforzo la 58* Div. alla quale il gen. Boroevic assegna il gruppo Schenk della 43a. Ma con questa importantissima precisazione: “che l’energia combattiva dei difensori non dovesse essere consumata fino al suo annientamento ”. (op cit. L'Esercito II.... Nota 2, pag. 90)
Boroevic è fedele al suo concetto tecnico e umano: non sprecare la vita degli uomini.
Sera. La situazione della 58* è insostenibile: i battaglioni di testa sono striminziti, non ci sono più riserve e il 20° Schutzen della 433 non potrebbe arrivare prima dell'8 mattina. Assurda ogni resistenza. Bisogna ritirarsi, (pag. 90)
7 sera. Saltano i ponti, meno Salcano. Esploratori della Colonna De Bono osservano le operazioni del nemico, (pag. 91)

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