4 agosto 1916. Tarda
mattinata. Monfalcone. Manovra diversiva. Cadorna ordina al generale Tettoni.
VII Corpo d'Armata. di disorientare il nemico attaccando il gruppo del generale
Schenk. Bombardiamo il segmento di linea da "quota pelata" 121 a
quota 85. ad est di Monfalcone. (op cit. L'Esercito II....,voi. IlI, Tomo 3°,
Narrazione, Roma 1937. Anno XV, cap. La battaglia, pag. 51). I goriziani vivono
così il nostro bombardamento: “ Il quattro agosto - scrive nel suo diario
monsignor Castelli, vicario generale dell'arcidiocesi di Gorizia - il cielo era
alquanto coperto e soffiava un leggero vento di montagna quando verso le undici
cominciò il bombardamento. La cittadinanza presentì che avvenimenti nuovi e
gravi si stavano maturando ”. (G. Del Bianco, op cit. pag. 286)
Ore
16. Contemporaneo attacco della 16“ Div. m. gen. Martinelli e della 14°, ten.
gen. Chinotto 6), sulla stessa linea. D’impeto vengono presi i due settori.
Ore
19. Nostro ripiegamento per attacco con “bombe a gas”; infatti, a pag. 51
dell’opera citata leggiamo: “Aperte le brecce nei reticolati, la colonna della
16°Div., alle ore 16 del 4 agosto, mosse all’attacco. In breve la sua ala
sinistra riuscì a conquistare due ordini di trincee sulla posizione della
«quota pelata», ma, fatta segno a nutrito fuoco di mitragliatrici e
contrattaccata con le bombe a gas, dovette, verso le 19, ripiegare. L’ala
destra era stata fermata dal fuoco avversario fin dall’inizio dell’attacco. Le
perdite, in relazione alla forza impiegata, furono piuttosto ingenti; 438
uomini fuori combattimento”. Questo solo giorno, senza successo, costa alla 14a
Div., c.te gen. Chinotto, 1.108 soldati e 31 ufficiali, (op cit. pag. 52)
5 agosto. “Nella
giornata del 5 agosto l’azione dimostrativa del C. d’A. si effettua
essenzialmente colfuoco delle artiglierie”, (cfr. L’Esercito It.... pag. 49)
Solo condotta di fuoco: ore 14-16 e 20-22.
Sembra
un orario d’ufficio. Le granate costano troppo. “Quella sera stessa del 5
agosto due ufficiali invitarono mons. Castelli al Comando in via Dogana. Fu una
traversata tragicomica – scrive il vicario generale - Si procedeva con
precauzione, ora si correva, ora si spariva dietro a qualche portone, ora si
rimaneva attaccati come punti esclamativi ai muri delle case. Ai canti delle
vie ci si fermava per esaminare la situazione e poi si passava, con alcuni salti,
secondo il caso, da destra a sinistra e da sinistra a destra...
(G.
Del Bianco, op cit., pag. 287; cfr Nota n.°4, pag 287).
6 agosto.
Domenica. Ore 7. Nostro fuoco di demolizione in tre momenti, sino alle 16. Li preoccupiamo.
Dalla Rei. Uff. austriaca. voi. V, pagg. 39 e 40: «La notte sul 6 agosto era
trascorsa in complesso tranquilla, ma in estrema tensione. Nel mattino domenicale,
il cielo estivo era chiaro e sereno. Ad un tratto: alle 6,15, su tutta la
fronte da Tolmino fino alla costa l'artiglieria italiana e te bombarde
sferrarono un fuoco di estrema violenza: dopo breve tempo, te alture di M.
Sabotino fino alla plana di Lucinico e la città di Gorizia coi suoi sobborghi
fra Solcano e S. Andrea furono avvolte dal fumo e dalla polvere. Dagli osservatori
sulle colline ad est della conca di Gorizia non si scorse più, ben presto che
un 'enorme nube di fumo dalla quale usciva il tuono del cannone e in cui balenavano
i lampi prodotti dalle vampe dei proietti e delle bombarde e dal loro scoppio
ai punti d'arrivo. Contemporaneamente, si elevarono nell'aria i miagolii delle
traiettorie dei proietti di grosso calibro delle batterie italiane per lotta
lontana: proietti che andavano a colpire molto al di là delia fronte di
combattimento le sedi del Comandi, paralizzavano le comunicazioni, disturbavano
il movimento sulle vie
d'accesso
alla fronte e producevano scompiglio negli abitati e accampamenti densi di
riserve e di centri di rifornimento». (Cfr. L'Esercito II.... Nota 1, pag- 60)
6 agosto. Fronte
di Monfalcone. Cadorna ordina l'attacco alla città. Lo stesso giorno Enrico Toti
Medaglia d'Oro al Valor Militare è colpito a quota 85 di Monfalcone, dove
continuava Fazione dimostrativa dei giorni 4 e 5 del VII Corpo d" Armata.
Il generale Capello. VI Corpo d'Armata. investe Gorizia, difesa come sappiamo
dalla 58;l divisione, generale Zeidler, e dal generale Wurm, XVI Corpo.
Contemporaneamente, il colonnello Pietro Badoglio conquista il Sabotino: “/
'assalto durò esattamente quaranta minuti. La tempestività nella scelta del
momento d’attacco, la celerità dell 'azione e la densa nuvola di fumo che
mascherò gli attaccanti prevennero il tiro delle batterie nemiche sul Codice e sul
Monte Santo. A quota 609 gli austriaci non erano riusciti a muoversi dai
fortini”. Gli austriaci videro i nostri fanti "penetrare all'improvviso
sbucati dalla terra come nelle fiabe... Dall'osservatorio di Monte Fortin Vittorio
Emanuele segui col cannocchiale ogni fase. Ammirato delle fanterie esclamò: 2Sembrano
legioni romane!" Secondo l’Ufficio Storico dell’Esercito, l’Es. It. della Grande Guerra, voi. Ili, Tomo 3°,
pag. 62, l'operazione durò dalle 16 alle 16.35. La caduta del Sabotino aprì la
porta di Gorizia e della carriera di Badoglio, promosso maggior generale il 9
agosto “per merito di guerra", (cfr pagg. 101-120) La giornalista Alice
Schalek, inviata di guerra sull'Isonzo da marzo a luglio 1916, nel capitolo
“Gorizia”, pagg. 26-32 in Isonzofront, Ed Libreria Adamo, Gorizia aprile 1977.
Prima edizione L. W. Seidel e Sohn, Vienna, agosto 1916, descrive la vita in
città. “Nel pomeriggio, I militari in permesso siedono al caffè e leggono di preferenza
i giornali umoristici. Gli ufficiali vengono giù dalle trincee per amore del
«Simplicissimus» e del «Muskete». Questo Caffè è sempre frequentato, nonostante
che «lui» («Lui» è semplicemente il nemico) lo tenga spesso sotto il fuoco di
fucileria. Se il tempo è hello, i signori ufficiali siedono all'aperto davanti alla
casa. Vi sono Quattro file di tavolini. Solo a volte, quando arrivano le
fucilate, la prima fila viene sgombrata perché il luogo è visibile: Dirimpetto
c 'è la via maggiormente presa di mira dal fuoco, lina tabella memorabile reca
la scritta in tre lingue che avverte: «Chiusa. La strada è presa sotto fuoco.»
Vicinissima c'è la cartoleria, dove due valorose ragazze, tenaci e impavide,
mettono in vendita, da mesi, giornali, libri e fogli di carta da lettera per i
guerrieri affamati di nutrimento spirituale...".
Regione
del Sabotino. Fine giornata. La 45° Div. brilla e sorprende. La novità. Dalla
Rei. Uff. austriaca. Voi. V, pag. 42: «I Dalmati (I btg. del 37° regg. Sch.) furono
sorpresi e travolti dalle masse italiane. Ma l'avversario, a differenza delle
precedenti battaglie, dopo penetrato nella prima linea, continuò subito l'avanzata
sulla dorsale del Sabotino in direzione S. Valentino - S. Mauro... Gli
avvenimenti predetti si erano così rapidamente svolti che le riserve de!
difensore non avevano trovalo il tempo per uscire dalle caverne, i cui sbocchi
verso l'avversario erano crollati, e ciò produsse la cattura di numerosi
uomini». (L'Esercito It.... Voi. Ili, Tomo 3°, Narrazione, Nota 2, pag. 649).
Sempre
il 6. Ore 18,30. La 24* Div., ten. gen. Gatti: brigata ‘Lambro’, col. brig.
Grazioni e ‘Abruzzi’, m. gen. Aveta, prendono quota 165 a sud di Oslavia.
Ore 20 -
21. Un contrattacco cattura i nostri reparti avanzati.
Ore
21,30. Ci ritentano. Respinti. A questo punto da quota 188 ai ruderi di Oslavia
abbiamo una linea continua. L’ 11* Div. m. gen. Sachero, opera sulla dorsale
del Grafemberg, non riesce a far cadere quota 206 e 207, ma la brigata ‘Cuneo'
e la brigata ‘Treviso’ alle 17,30 hanno pattuglie sulla sponda sinistra dell'Isonzo,
che però sono ricacciate.
Ore
22. Riprendiamo i tratti di riva persi. La 12a, ten. gen. Marazzi, fronteggia
il Podgora, quota 240, spinge verso l’Isonzo, deve attaccare il Podgora e Monte
Calvario.
Ore
16. Parte 1M1 Reggimento della brigata ‘Casale’ contro il Calvario. Il 28°,
brigata ‘Pavia', m. gen. Ravelli, investe e prende i tre ordini di trincee a
sud della ferrovia che conduce a Gorizia. Contrattaccato registra forti
perdite. 11 nemico spara dal sottopasso della ferrovia. Comunque, si può
pensare di raggiungere i ponti sull’Isonzo.
Ore
1730. La Pavia prende le trincee e scende sul versante orientale, ma si arresta
a mezza costa. (pag. 69)
Notte.
L'U°prosegueravvicinamentoallaperìferìadi Podgora.
Ore
17. II gemello, 12°, si lancia contro le trincee di cresta, ma viene falciato
dalle mitragliatrici incavernate.
Notte.
Il 12° conduce inutilmente altri due assalti, è fermato ma non arretra.
Ore
22,20.11 gen. Capello invia ai Comandi dipendenti, il fonogramma di esortazione
n.° 239: “Confido che domani le truppe continueranno con irresistibile impeto
loro avanzata sino all 'Isonzo che dovrà essere raggiunto ad ogni costo. Mi compiaccio
per i risultati oggi conseguiti e intendo salutare domani le mie truppe
vittoriose al di là de! fiume. Segnare ricevuta.”
Gorizia
è sempre più vicina.
Sintesi
della giornata nel settore di Gorizia. Caduto il Sabotino. Preso, in parte, il
settore sud della linea Podgora-Calvario.
In
questo momento Io scardinamento del sistema difensivo goriziano è molto
progredito, (pag. 71) Intanto, sul Carso, attacca la brigata ‘Catanzaro’. Cima
1 (ore 16,45) e 2 (ore 17,30) del San Michele, mentre la ‘Brescia investe Cima
3 e 4 e la ‘Ferrara’ il costone tra Cima 4 e Monte San Martino. Le Cime vengono
perdute e riprese sia dalla ‘Catanzaro’ che dalla ‘Brescia’ Notte 6-7.
Respingiamo tutti i contrattacchi. II 232° della 47*, finalmente arriva e si
schiera da Pubrida a quota 99 ovest Monte Calvario. La Relazione Uff. austriaca
Voi. V, pag 56 cosi evidenzia gli effetti del nostro fuoco: «Le 16 batterie
leggere e 48 pesanti italiane davanti alla fronte del Carso distrussero nel volgere
di poche ore tutto il penoso lavoro di mesi, a punto tale che in alcuni tratti
a mala pena erano rimaste trincee di sistemazione difensiva... (L'Esercito
It.... Voi. Ili, Tomo 3° Narrazione, Nota 1, pag 75).
7 agosto.
Gorizia. Prosegue l'offensiva.
Alba.
Contrattacco sul Sabotino. Badoglio e De Bono lo respingono; 700 prigionieri e
7 mitragliatrici catturate. Cosi sul costone di Oslavia. Sopraffatti i primi
elementi della ‘Cuneo’ appena giunti sulla riva dell'Isonzo.
Ore
6. La 45* Div. organizza l’attacco della colonna del gen. Cartella, c.te la
brigata ‘Pescara', 11/144° e 11/149°.
Ore
15,30. La colonna si spinge a quota 138: confluenza torrente Peumica - Isonzo.
Ore
20. Obiettivo raggiunto. Cinque ore parlano da sole. Bottino e prigionieri.
Ore
10. Il gen. Farisoglio, 43* Div., lascia a quota 188 la brigata Lambro’ 205° e
206°, perché riceva un pur breve ristoro, avendo perso 32 ufficiali e 1.200
fanti in due giorni. Prosegue per l’Isonzo solo la ‘Etna’, 223° e 224°.
Ore
18,30. Parte l'attacco a quota 165 e 138.
Ore
20. La brigata ‘Etna’ prende d'impeto quota 138 e si congiunge con la colonna
del gen. Cartella.
Ore
19. La brigata ‘Abruzzi’ prende quota 165.
Pomeriggio.
Nel settore del Podgora il noto 12° fanteria, brigata ‘Casale’, prende Casa
Diruta e la mantiene.
Notte.
Colpo di mano, l’ll° prende anche la Cappelletta. Al nemico resta solo la vetta
del Podgora, quota 240.
Italiani
sempre in salita, ma sempre più vicini alle vette.
Cfr.
la foto n.°44 presente nel volume Prima di Caporetto di Gianni Baj Macario,
Anton von Pitreich, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2007.
Il
28° non riesce a prendere il sottopasso della ferrovia, mentre alle 14 il 27° è
vicino alla rotabile, (pag. 86) Boroevic capisce che il terreno sta franando
sotto i piedi della Isonzoarmee. Il pomeriggio del 7 ordina “di mantenere con
ogni energia la testa di ponte... se si doveva ripiegare, si doveva mantenere
la riva sinistra dell 'Isonzo, in tal caso i ponti dovevano essere distrutti
salvo quello di Solcano". Dalla Rei. Uff. a. u., Voi. V, Nota I, pag.
51.(op cit. L'Esercito It.... Voi. III. Tomo 3° Narrazione, pag. 90) Sostiene
lo sforzo la 58* Div. alla quale il gen. Boroevic assegna il gruppo Schenk
della 43a. Ma con questa importantissima precisazione: “che l’energia
combattiva dei difensori non dovesse essere consumata fino al suo annientamento
”. (op cit. L'Esercito II.... Nota 2, pag. 90)
Boroevic
è fedele al suo concetto tecnico e umano: non sprecare la vita degli uomini.
Sera.
La situazione della 58* è insostenibile: i battaglioni di testa sono
striminziti, non ci sono più riserve e il 20° Schutzen della 433 non potrebbe
arrivare prima dell'8 mattina. Assurda ogni resistenza. Bisogna ritirarsi,
(pag. 90)
7
sera. Saltano i ponti, meno Salcano. Esploratori della Colonna De Bono
osservano le operazioni del nemico, (pag. 91)
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