Profumo di vittoria.
La MOVM Aurelio Baruzzi con S.A.R. il Duca d'Aosta |
8 agosto 1916. Ore 1,30 - 2 del mattino. Zeidler si ritira.
Gli Imperiali lasciano Gorizia e si
rischierano sulle colline a oriente della città. Ci resteranno sino alla fine
della guerra. (8)
Cosi Weber: “Alle due del mattino del memorabile 8 agosto, il maggior generale
Zeidler diede l'ordine di ritirata sulla riva sinistra dell'Isonzo. Subito dopo
i ponti dovevano essere fatti saltare. L'ordine venne eseguito in maniera
impeccabile. Niente di quello che sarebbe potuto servire al nemico fu lasciato
indietro.
La 58“ divisione di fanteria, forte di
poco più di cinquemila uomini - tanti erano rimasti di diciottomila -, sgombrò
le posizioni ad ovest del fiume. Ciò nonostante singoli gruppi isolati continuarono
a combattere di là. Intorno a Peuma il 2° reggimento della milizia territoriale
ungherese, al comando del tenente colonnello Schaudy, oppose una strenua
resistenza sostenendo la lotta sino a mezzogiorno. Tuttavia, mentre questi
valorosi poterono almeno riunirsi al grosso dei nostri reparti, i martiri dei Sabotino
erano perduti". (Fritz Weber, op cit. pag 225) Il gen. Zeidler abbandona
la testa di ponte e si ritira gradualmente sulla riva sinistra dell’Isonzo.
Della 58° su 18.000 uomini, solo 5.000 filtrano dalle difese, ripassano il
fiume, (p. 90) L’ordine non è arrivato in tempo reale a tutte le linee.
Polemica nostrana sorta tra il gen.
Marazzi e il gen. Capello sull’opportunità
d’inseguire o no il nemico oltre la riva sinistra dell’Isonzo. Il primo è per
l’inseguimento immediato, il suo diretto superiore no, volendo dare la precedenza
al seguente obiettivo: “sgombrare assolutamente da ogni resistenza nemica la riva
destra dell’lsonzo". (Telegramma Prot. 369, 8 agosto 1916 ore 11,20-Voi.
11 Documenti “All. n.° 60” pag 132).
Sintesi: Perdiamo l’attimo fuggente.
Mattina. Prime ore. Gli austriaci
cominciano ad abbandonare la riva destra dell’Isonzo e fanno saltare ponti e
passerelle, tranne quello di Salcano. (p. 91) Gli esploratori del VI Corpo d’Armata
confermano la ritirata del nemico. A Gorizia si potrebbe entrare addirittura il
9.
8 agosto. “Nel mattino dell’8 agosto i comandanti della 3“ Armata e del VI Corpo si
rendono conto delta possibilità di un 'azione più vasta, e spingono Io sguardo
alle alture che cingono da oriente la conca di Gorizia... (9)
Ore 13,30. Ordini per l’inseguimento -
eventuale - del nemico, che ha una seconda linea di difesa alta. Tuttavia, un
loro tentativo di guerra manovrata può essere di sollievo psicologico alle truppe.
Capello impegna nell’avanzata le Divisioni 45°, 43°, 24° e 11°.
Ore 10. La colonna Cartella, 45°, muove
verso Peuma
Ore 12. Prende l’abitato.
Ore 10. Anche il II battaglione 225° della
brigata ‘Etna’, 45° Div., si dirige su Peuma. Nidi di mitragliatrici ne
contrastano la marcia.
Ore 14. Il II/221° raggiunge l’Isonzo ad
est di Peuma. In giornata la ‘Etna’ cattura 1.000 austriaci.
Ore 13. La brigata ‘Lambro’, col. brig.
Grazioli, dirige alla confluenza Peuma-lsonzo. Sempre alle 10 si muovono le
brigate ‘Taranto’ e ‘Cuneo’, da quota 157 (Cave) verso l’Isonzo superando il
comune di Grafemberg.
Ore 14. I superstiti del 7° e 8°
reggimento della Cuneo raggiungono l’Isonzo, non così la ‘Taranto’, il 143°
reggimento è colpito da fuoco concentrico da quota 157 e dalle pendici meridionali
del Peuma stesso.
Ore 15,30 La ‘Cuneo’ arriva ad Osteria e
quota 157 cade per aggiramento.
Ore 16,30. La ‘Treviso’ prende il Monte
Peuma e procede verso il comune omonimo. 12“ Div., magg. gen. Emanuele Marazzi.
Gli ordini impartiti la notte del 7 - 8 stabiliscono che la ‘Casale’ distrugga
il ponte n.°6 e la ‘Pavia’, m. gen. Zampieri, blocchi i due ponti di Lucinico.
Ore 5,30. Il nemico fa saltare questi due
ponti e quello della ferrovia, la rotabile si salva, (pag. 96). Questo
significa che il nemico cede e che si trova in crisi irreversibile, ma potrebbe
ancora salvare la città. Il gen. Marazzi, avanza perché intuisce la possibilità
di prendere subito la sponda sinistra dell’Isonzo; così telegrafa a Capello l’8 agosto alle 10,30: “Giudico forzamento del fiume sui ponti 6, 7 e 8 e con altri ripieghi, azione ardita ma possibile...
di prendere subito la sponda sinistra dell’Isonzo; così telegrafa a Capello l’8 agosto alle 10,30: “Giudico forzamento del fiume sui ponti 6, 7 e 8 e con altri ripieghi, azione ardita ma possibile...
Risposta di Capello: “Confermo in modo
assoluto che primo obiettivo è quello di sgombrare assolutamente da ogni resistenza
nemica la riva destra dell'Isonzo. Stop. .. ”(cfr, ALL. 55/60, voi. Ili, Tomo
3° bis, Documenti, pagg. 127-132) Polemica per telegrammi.
Ore 12. La ‘Casale’ prende quota 240 del
Podgora, ultimo pezzo del massiccio in mano al nemico.
Ore 14,30. La ‘Casale’ raggiunge il fiume.
Il II/l 1° e unità del 28° genio guadano l’Isonzo.
Ore 15. Il 11/12°. Stessa azione a nuoto verso il ponte n.°5.
Il nemico spara violentemente, ma non ci
ferma. I nostri nuotatori feriti annegano.
Sempre l’8. Brigata ‘Pavia’.
8 agosto. Mattina. Il sottotenente Aurelio Baruzzi, Medaglia d’Oro al V. M.,
brigata ‘Pavia’, guadato l’Isonzo, con un gruppetto di fanti entra per primo a
Gorizia, innalza il tricolore sull’edificio della stazione ferroviaria. Così il
Protagonista descrive il suo ingresso a Gorizia:”.. D’altronde sul ponte della
rotabile di Lucinico non è assolutamente possibile il transito a causa di quella
batteria che, appostata - pare - nei pressi dei giardini di Gorizia, continua a
sparare con tiri diretti assai precisi; quale enorme vantaggio sarebbe per i
nostri reparti poterla far tacere! Sarà questo uno dei compiti principali e più
urgenti della nostra penetrazione in città. Nella nostra avanzata lungo il bel
viale (allora Viale Francesco Giuseppe n.d.r.) di tanto in tanto siamo fatti segno
da isolati colpi di fucile che ci procurano qualche ferito.
Sono pochi Austriaci nascosti dietro i
grossi tronchi dei platani, sparano e si ritirano. Nonostante l'involontaria
bevuta d'acqua... dell'Isonzo fatta nel guadare, ho la gola arsa dalla sete. A
un certo
punto, sulla sinistra del viale trovo aperta una trattoria che porta la vistosa insegna Trattoria del Corso. Nonostante la sparatoria, il proprietario e la figlia se ne stanno sulla porta incuranti del pericolo di restare colpiti da una qualche pallottola errante.
punto, sulla sinistra del viale trovo aperta una trattoria che porta la vistosa insegna Trattoria del Corso. Nonostante la sparatoria, il proprietario e la figlia se ne stanno sulla porta incuranti del pericolo di restare colpiti da una qualche pallottola errante.
“Che cosa avete da bere?'’
“Birra e bibite”.
“Prego, portatemi, per favore una birra”. Per evitare sorprese del nemico,
attendo fuori, sulla strada. Dopo pochi secondi mi viene consegnato un
bicchiere di fresca birra; la bevo in un solo fiato, tanta è la sete.
“Quanto costa?”
“Oh, nulla! ” Ma io insisto.
“Se proprio la voi pagar, sono quaranta centesimi”. Intendeva centesimi di
corona austriaca, oppure di lira? Comunque, ora Gorizia è italiana in tutto e per
tutto e pago con due ventini di nichel, dopo aver fatto portare una birra anche
al mio sottufficiale e a Ferrazzo che mi hanno raggiunto. È certamente la prima
moneta italiana in Gorizia italiana (10)
Ore 7,30. Colpo di mano. Una pattuglia del
28° cattura 200 uomini (pag. 97) asserragliati nel sottopassaggio della
rotabile Mochetta - Podgora.
Ore 13,30. Il 28° tenta di guadare
l’Isonzo. È bloccato.
Ore 15,30. Gli aprono la strada alcuni
nuclei sfuggiti alle vedette nemiche. A quest’ora Baruzzi è nel centro della
città, nei pressi del Caffè del Corso e del tribunale (op cit. pag. 169)
Il nemico. Per l’Imperiale e Regio
Esercito l’8 è infausto.
Alle ore 22,20 il XVI Corpo, gen. Wurm,
ordina l’arretramento della gloriosa 58“ sulle colline di Doberdò, l’ordine
“riuscì inatteso per i comandanti del settore del Carso e li colse di sorpresa
”, (Relazione Ufficiale austriaca, Voi. V, p. 69). Amara, pericolosa ma
coraggiosa decisione. Boroevic argomenta: “... Ho ritenuto di dover prendere la
decisione suaccennata per quanto provata essa mi sia, per poter sperare di
continuare la lotta con probabilità di buon esito”. (All. Relaz. Uff. au. Voi.
Ili, pag. 102 -105) II nostro fante vede finalmente la luce della vittoria.
Dichiara l’Arciduca Giuseppe, Comandante le forze imperiali sul fronte italiano:
“... Parecchi ufficiati che conosco mi dicono che è facile cosa la guerra
contro gli Italiani. Non è vero! Lotte più terribili di quelle combattute a
Doberdò - e nemmeno paragonabili a questa - io, che ho girato su tutte le
fronti, non ho mai viste”.
Arciduca Giuseppe
(1) Vittorio Locchi, La sagra di Santa
Gorizia, I Gioielli dell’Eroica 2, L’Eroica, Rassegna Italiana diretta da
Ettore Cozzani Milano 1926 - Anno XV -pagg. 21 e 53
(2) Anonimo 1916, in Virgilio Savona e Michele
Straniero, Canti della Grande Guerra, Milano 1981, pagg. 208-213
(3) Testa di ponte di Piava, in territorio
nemico, Medio Isonzo, da noi conquistata il 16 giugno 1915 e sempre mantenuta.
Lotta accanita con le fanterie croate, (foto pag. 110) La Grande Guerra sul
fronte dell’Isonzo, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia febbraio 2009.
(4) Giuseppe Del Bianco, La guerra e il
Friuli, Vol. II, 1915-1917, Ed. Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine
1939, Nota 3, pag 285.
(5)Fritz Weber, Dal Montenero a Caporetto,
Ed. Mursia, Milano 1967, pagg. 208-211.
(6) Il generale Edoardo Antonio Chinotto, Medaglia
d’Oro al V. M., si distingue per una carriera limpida e coraggiosa. Comandò la
32a Div., che prese
Piava. Redasse il piano operativo della sesta battaglia e prese le alture intorno a Monfalcone. Più volte ferito, nelle battaglie precedenti, si ammalò. Si
fa dimettere dall’ospedale e portare su una sedia in prossimità della battaglia di Gorizia. Muore all’ospedale di Udine il 25 agosto 1916.
Piava. Redasse il piano operativo della sesta battaglia e prese le alture intorno a Monfalcone. Più volte ferito, nelle battaglie precedenti, si ammalò. Si
fa dimettere dall’ospedale e portare su una sedia in prossimità della battaglia di Gorizia. Muore all’ospedale di Udine il 25 agosto 1916.
(7) Vanna Vailati, Badoglio racconta ed.
ILTE, Torino 10 dicembre 1955, pagg. 118-119.
(8) La conquista e la perdita di Gorizia
genera, nei belligeranti, il bisogno di studiare nuove tecniche. Sull’argomento
cfr. Gianni Baj Macario - Anton von Pitreich, Prima di Caporetto, la decima e
l’undicesima battaglia dell’lsonzo, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia aprile
2007
(9)Op. cit. Ministero della Guerra, Comando
Corpo di S.M. Uff. Storico, vol. IlI, Tomo 3°, pag. 98.
(10) Per l’intera operazione
cfr. Aurelio Baruzzi, Quel giorno a Gorizia, Ed. Paolo Gaspari, Udine 1999,
pagg. 158-169 e segg., a pag. 228 è descritta la
consegna della Medaglia d’Oro da parte del Duca d’Aosta
consegna della Medaglia d’Oro da parte del Duca d’Aosta
(11) Col. A. Bronzuoli, Guerra e vittoria
d’Italia 1915-1918. Tipografia A. Matteucci, Roma 1934 - XIII, pag 114.
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