di Michele D'Elia
La
battaglia di Gorizia rientra in un quadro politico-diplomatico, che dalla
conferenza di Chantilly, del dicembre 1915, si va modificando. L'Italia ha
bisogno di un grande successo militare e psicologico. La presa di Gorizia aprirebbe
la strada di Trieste, eliminerebbe la minaccia dell'invasione da oriente e darebbe
forza politica al governo Boselli, insediatosi il 19 giugno 1916. dopo la
caduta di Salandra. Ora è guerra di logoramento per entrambe le coalizioni.
Vincerà chi avrà maggiore '‘‘capacità di durata’’.
I DUE
VOLTI DELLA BATTAGLIA: GORIZIA SANTA E MALEDETTA
La sagra di
Santa Gorizia Gorizia. Anonimo, 1916
«...
Quanti mesi! Tutti i giorni
si
diceva: «Si va,
si rompe
la diga,
si piglia
la città santa.
Domani
soneranno a distesa
I cannoni
per la sagra
Di Santa
Gorizia.»...
O mie
belle brigate:
Brigata
Casale
Brigata
Pavia
Undicesimo,
Dodicesimo,
Ventisettesimo.
Ventottesimo
fanteria:
è l’ora,
è l'ora
della
rivincita!...»(1)
«La
mattina del cinque di agosto
si
muovevano le truppe italiane
per
Gorizia, le terre lontane
e dolente
ognun si partì.
O
vigliacchi che voi ve ne state
con le
mogli sui letti di lana,
schernitori
di noi carne umana,
questa
guerra ci insegna a punir.
O
Gorizia, tu sei maledetta
per ogni
cuore che sente coscienza:
dolorosa
ci fu la partenza
e il
ritorno per molti non fu..».(2)
Prologo
31 luglio. Linea isontina
austriaca. “La linea austriaca dell 'Isonzo era imperniata alle teste di ponte
di Tolmino e di Gorizia, tra le quali si protendeva il saliente di PIava (3)
Tale linea dallo Smogar (nord-est del Monte Merz); procedeva verso sud per lo
Sleme e il Mrzli, tagliava l'Isonzo un chilometro ad ovest di Tolmino, e
lambiva il margine occidentale delle alture di Santa Maria e Santa Lucia,
coprendo così l'Isonzo il corrispondenza della confluenza dell'Idria, e dello
sbocco delie due arterie: rotabile di valle Idria, e ferrovia di Val Bacia
(Piedicolle). I rilievi di Santa Maria e Santa Lucia, oltre a tate funzione di
naturale copertura, facevano sistema con le alture del Mrzli... Le teste di ponte
di Tolmino e di Gorizia rappresentavano quindi, per il nemico, gli sbocchi
verso la pianura friulana delle grandi arterie, [strada da Postumia a Lubiana]
e per noi la porta di entrata alle vie di facilitazione verso Sava. Ne
conseguiva che le operazioni principali, d'attacco e di difesa, dovevano
necessariamente gravitare attorno a Tolmino ed a Gorizia". (L'Esercito
lt.... pagg. 34-35) Il gen. Egon Zeidler, ha 51 anni, comanda la piazzaforte di
Gorizia e la 58a Div., 18.000 forti e fedeli dalmati; Zeidler è
il
maggiore esperto di fortificazioni ed ha reso la città un campo trincerato
ritenuto imprendibile. Un modello oggetto di studio.
Il 31
luglio a Gorizia. A Monsignor Francesco Castelli, vescovo della città,
preoccupato della sorte di Gorizia, Zeidler risponde: "Olii siamo sicuri
Monsignore! Sicurissimi. Le posso dire con animo tranquillo che non passerà
neppure il diavolo. Dal Sabotino a Lucinico è sorto tale un sistema di
fortificazioni che nessun esercito potrebbe sfondare... " (4). Con tale
certezza il Comandante va in licenza a Vienna. Mentre così ragiona Zeidler, il
comandante la 3° Armata. Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, ordina l’azione
dimostrativa per il 4 e 5 agosto.
Agosto. C’è forse una guerra in corso?
“Una calura quasi insopportabile incombeva sull’Isonzo. Era il periodo più
caldo dell’anno, i giorni a cavallo tra luglio e agosto, quando in altri
tempi
l’uva cominciava a inturgidire sui vigneti del Podgora e il granturco, giù
nella pianura, era alto quanto un uomo; il periodo in cui le città e i
villaggi, quando la vita si svolgeva in pace, interrompevano l’attività quotidiana
con una lunga pausa meridiana; era il periodo dell’attesa e della maturazione,
in cui il paesaggio goriziano era calmo e raccolto in sé, come una donna che
porti in grembo la sua creatura... ”.(5)
3 agosto. Prima della battaglia.
L’attacco a Gorizia non può essere frontale, perché non avrebbe possibilità di
successo, esistendo apprestamenti difensivi ben consolidati e studiati: caverne,
gallerie sotterranee, rifugi corazzati e vie di fuga la rendono imprendibile.
Bisogna distrarre il nemico manovrando; perciò il Comando della 3a Armata
ordina un’azione dimostrativa nel settore di Monfalcone, il 4 e 5 agosto.
L’attacco a Gorizia sarà sferrato il 6. La 12a Div., ten. gen. Marazzi, VI
Corpo d’Armata, ten. gen. Capello, deve condurre l’azione di forza per sfondare
la linea nemica. Marazzi con documento Prot. n.° 6766 R.S. del 3 agosto 1916,
così declina il suo progetto: “L’azione ha per scopo generale un attacco
travolgente, partendo dalle attuali posizioni, giunga sino ai ponti del fiume e
prenda piede sulla sponda sinistra dell’Isonzo... La Divisione è così
schierata: nel piano tra la ferrovia compresa e Villa Fausta compresa la
brigata ‘Pavia’;
Tra la
ferrovia esclusa e la 11° Div. la brigata Casale i reggimenti delle Brigate
schierati per ala... a grandi linee l'attacco delle fanterie deve così procedere:
in primo tempo contro le difese nemiche del Calvario e contro quelle del piano
gettandosi risolutamente sulle trincee nemiche. Dal piano si deve avanzare risolutamente
sui ponti. Inoltre parte delle truppe scendenti dal Calvario investiranno il
Podgora da sud: in secondo tempo... si dovrà attaccare q. 240 mirando a
gettarsi risolutamente al di là dell'abitato di Podgora, investendolo da ovest.
Mentre così opera la nostra Divisione, parte delle truppe della 11°, scendente
da Grafemberg, investiranno I’abitato di Podgora da nord. Il segno dell'attacco
sarà dato da me, e l'istante preciso in cui sferrare l'avanzata contro q. 240 è
affidato all’intuito del comandante della Brigata Casale, che me ne avviserà
subito. L'azione è quindi concentrata in modo che le irruzioni si integrino a
vicenda.
Qualsiasi
difficoltà incagli per avventure un reparto, non deve per nulla ritardare
l'azione degli altri nell'assalto travolgente che forma un sol tutto...”, (op
cit. L’Esercito II Documenti
Voi. III.
pag 99) Riusciamo a tenere segreta la puntigliosa preparazione del progetto
d'attacco. Favoloso!
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